La mia avventura, se così la si può definire, come volontario della Croce Azzurra è cominciata per caso in un mattino di fine ottobre quando, non sapendo cosa fare, passeggiavo in piazza bassa curiosando tra le bancarelle del mercato. Lì ho incontrato Erminio e ci siamo messi a parlare del più e del meno; ad un certo punto è uscito fuori il discorso del tempo libero che avevo durante la giornata, ed Erminio mi fa: “fra poco incomincia un Corso per volontari alla Croce Azzurra perché non vieni: così... per provare...”. Non sapevo nemmeno che Erminio ne facesse parte e stranamente, visto che di solito sono abbastanza riflessivo, ho detto subito di sì. Ho così iniziato il Corso e non pensavo nemmeno di trovare così tanta gente: giovani e meno giovani. Mi sono subito trovato a mio agio con i “colleghi”. Le lezioni tenute, da medici e non, sono state tutte molto interessanti e soprattutto hanno toccato argomenti ai quali sono sempre stato molto interessato. Ho imparato tanti modi di fare, che io avrei fatto sicuramente al contrario, tante parti del corpo umano che non sapevo come realmente funzionassero. Soprattutto, cominciando a fare i primi “affiancamenti”, ho avuto la possibilità di realizzare quanta gente ha bisogno di aiuto e a volte solo di un sorriso (e non è retorica) anche da una persona estranea ma disposta in qualche modo a darlo. Non pensavo ci fosse tanto bisogno di volontari, pur avendo avuto una triste esperienza con la malattia di mia madre. Infatti circoscrivevo la malattia e il disagio solo attorno a me e alla mia famiglia pur avendo di continuo sotto gli occhi le tante persone malate che vedevo. E’ una gioia sentirsi dire da chi ha bisogno: come avremmo fatto o potuto fare senza di voi? Non sono tanto capace di scrivere quello che sento ma se posso dire una cosa certa è che con il volontariato in Croce Azzurra ho trovato una dimensione diversa e più completa.

 

Luigi Silvestrini (20° Corso)